Imprese di successo: la strategia vincente è sapersi innovare

Nel mercato della competizione globale un elemento appare ormai assolutamente chiaro, le imprese che vogliono avere successo devono focalizzare l’attenzione sulla capacità di innovarsi. 

Secondo l’ultima classifica Fortune Global 500 sulle più grandi imprese al mondo, la produttività del nostro Paese è agli ultimi posti in Europa con appena sei imprese capaci di entrare nel ranking.

Per molti, la ragione di questo risultato è da attribuirsi alla allo storico nanismo delle imprese in Italia e dalla loro età media.  Eppure non bisogna farsi ingannare: basti pensare che negli Stati Uniti sono soprattutto le aziende con meno di cinque anni a creare tutti i nuovi posti di lavoro, facendo girare l’economia del Paese.

Qualche esempio? Dieci anni fa Airbnb era una piccola impresa che aveva raccolto 600mila dollari, oggi è valutata oltre 30 miliardi di dollari; 15 anni fa Facebook era solo una realtà universitaria, mentre oggi supera un valore totale di mercato di 500 miliardi di dollari.

La presenza di piccole imprese non è quindi indicativa di un rallentamento per l’economia perché tutto sta nella capacità e nella volontà di innovarsi. In un mercato sempre più globale le piccole imprese possono diventare giganti innovandosi, aumentando di conseguenza la produttività e gli utili.

Spesso si confonde l’innovazione con l’invenzione di qualcosa di rivoluzionario, eppure il processo è molto più semplice: basta iniziare dallo sviluppo di un’idea semplice che intercetti e risponda ai bisogni dei potenziali consumatori o che semplifichi i processi aziendali.

Perché innovarsi significa anche adottare piccole novità nei processi aziendali interni che rendano l’impresa più efficiente e che migliorino di conseguenza l’esperienza di acquisto dei clienti e l’ambiente lavorativo.

Dall’integrare canali distributivi e di comunicazione alternativi a quelli tradizionali, come e-commerce, m-commerce, marketplace, al semplificare la gestione e la crescita dell’azienda, attraverso l’utilizzo di cloud software per la contabilità, gli incassi e i pagamenti.

Denominatore comune è quindi quello di accogliere la digital transformation, un fenomeno sempre più diffuso che sta totalmente cambiando i parametri dell’organizzazione aziendale e delle strategie tradizionali.

Ma quali sono gli strumenti che hanno a disposizione gli imprenditori per cogliere questa opportunità?

Non tutti lo sanno, ma esiste una finanza anche per gli investimenti intangibili che servono all’innovazione, nonché una schiera di professionisti che aiutano le aziende ad innovarsi e a migliorarsi.

Di fatto, secondo le ricerche di Bankitalia, negli ultimi anni abbiamo assistito alla contrazione del credito bancario alle imprese, passato dai 914 miliardi di euro di novembre 2011 ai 668 di aprile 2019. Ma, contemporaneamente, le fonti di finanza accessibili alle piccole imprese si stanno diversificando rapidamente, portando le PMI a dipendere sempre meno dal credito bancario.

Nell’ultimo Rapporto Cerved emerge infatti che per il 59% delle PMI il canale bancario pesa meno del 10%, mentre il 37% ha una quota di credito bancario tra il 10% e il 50% e solo il 4% è oltre questa soglia.

Un’evoluzione legata ai cambiamenti sul mercato degli ultimi 10 anni: oggi esistono moltissime fonti di capitali alternative, dal digital lending e factoring, al crowdfunding, dai minibond al direct lending, dall’AIM al private equity fino ai crediti d’imposta riconosciuti alle aziende per l’innovazione tecnologica.

Essere piccole realtà imprenditoriali non è quindi un fattore negativo, purché non si rinunci mai ad innovarsi. L’importante è solo volerlo.

Se anche tu hai bisogno di una consulenza per capire come poter migliorare il tuo business, scrivici a innovation@millergroup.it. potremo affiancarti e supportare il processo di innovazione e digital transformation della tua impresa.

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